Marco Panella with Dalai Lama |
Giancinto Panella detto Marco è morto il (leader?) storico del partito radicale, aveva 86 anni. Ora che la sua morte mi dia dolore è dir poco. Ne resta la memoria, ma ciascuno ha la propria, che cambia di giorno in giorno e non coincide mai con quella degli altri. Ma se Marco già rivalutato nonostante i mal di testa causati ai suoi tardivi elogiatori. Non ha mai avuto in vita i riconoscimenti adeguati, ma penso che una riflessione sulla sua lezione su cosa dovrebbe essere la politica: la passione, l'impegno, anche la sua irruenza… uno straordinario uomo della istituzioni. Marco si presentava provocatoriamente così: "Io sono un assassino abortista, una infama traditore della patria, un drogato." Marco ha fatto di tutto per non essere inquadrato. No era un politico. Non era di sinistra. Non era di destra. Ha fondato un partito, ma non era un uomo di partito. E dunque, che cos'era? Era il nostro piccolo Gandhi e il nostro Martin Luther King. Come loro, insegnava e praticava la non-violenza. Era contrario all'esistenza e all'uso degli eserciti. Diceva: "Io amo gli obiettori. L'Isis vuol venire in casa nostra. Ci salveranno gli obiettori." Era un grande visionario. Lottava praticamente da solo contro tutti i partiti con i loro apparti.
Lottava praticamente da solo contro tutti i partiti con i loro apparti. Ha combattuto più sulle strade, alla Radio e alla TV, che in Parlamento. Rompeva le regole. Lottava praticamente da solo contro tutti. Perciò doveva sempre inventare i mezzi per combattere, per farsi ascoltare, per avere udienza (Marco aveva chiesto di essere ricevuto dal Presidente della Repubblica che era allora Giovanni Leone nella sua qualità di segretario del partito radicale, ma non c'era in quella legislatura alcun radicale in Parlamento. Leone rifiutò. La prima volta del suo sciopero della sete.) Chi gestiva quei mezzi, lo temeva, perché lui da solo rompeva gli schemi di qualsiasi trasmissione. Ma con sistema è riuscito a imporre battaglie referendarie capaci di scardinare un società: il divorzio, l'aborto, ecc…
Qualcuno oggi lo paragona a Grillo. Qualche somiglianza c'è ma le distanze sono molte. Sono due attori, Grillo ha politicamente lo scopo di abbattere tutte le istituzioni esistenti. Pannella voleva invece cambiarle, ma non distruggerle e spingere ed allargare il più possibile il tema dei diritti per ottenere i quali avrebbe preso qualunque iniziativa. Qualcuno ha visto in lui un precursore dell'anti-politica, ma e vero il contrario: pochi come lui hanno avuto il senso delle istituzioni. Ma con Grillo e compagnia, Marco non ha nulla in comune.
Un maestro dei diritti, c'è stato un tempo, nell'Italia del dopoguerra, in cui i diritti civili non erano una priorità per alcuna forza politica. Per il Pci erano debolezze borghese; per la Dc erano un grimaldello contro la moralità cattolica. Eppure se i diritti civili sono ormai tema di dibattito corrente, fino alle unioni civili appena approvate, il merito è di chi ruppe per primo la gabbia del convenzioni e dei ritardi culturali, è bene ricordare che in questi ultimi anni, se non ce l'avesse messa davvero lui, la faccia, non ci sarebbe italiano che almeno una volta non abbia pensare: grazie, Marco. Eri una colonna portante della politica italiana. Continueremo le sue battaglie, non molleremo.
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