Il "battesimo" ufficiale della nuovo legge per il cinema Matteo Renzi lo ha voluto a Firenze, dove ha fatto capire, l'impianto francese della nuova norma è in qualche modo nato in occasione della rassegna di cinema d'Oltralpe che si tiene ogni anno nella città in cui il premier è stato sindaco. Ma la presentazione di una legge "attesa da 40 anni" insieme al ministro per i beni culturali Dario Franceschini, è anche l'occasione per presidente del Consiglio per sottolineare la "filosofia" dell'attività di governo: finanziamenti automatici, non più affidati alla discrezionalità, alle lungaggini delle commissioni ministeriali. Ma soprattutto stop ai finanziamenti agli "amici degli amici". In tempo di incertezza di una nazione, passa anche da come facciamo crescere il cinema che è uno strumento per i nostri valori. Questa legge non è da addetti al lavori. Loro vengono dopo. La priorità - per Renzi - è dare a Paese è che attraverso l'industria cinematografica ci sono emozioni che sono un pezzo del Paese. Ma è sempre il testo del nuovo sistema di finanziamento, insieme al sostegno alle start-up, alle piccole sale. Per qualche autorevole professore ha spiegato Renzi - i soldi dati al cinema sono buttati via. Certo che lo sono, se li dai agli amici per fare un brutto film che va in dice sale. Ma col taxi credit il ritorno è di uno a otto, uno a nove. Un sistema che per Franceschini già un successo.
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